L' antropologo. Storie di scheletri e di mummie

Come morì il banchiere Roberto Calvi? In che modo vivevano gli abitanti di Ercolano prima dell'eruzione del 79 d.C., cosa mangiavano, di che s'ammalavano, come si curavano? E l'Uomo del ghiaccio perché aveva il corpo coperto di tatuaggi e mangiava funghi tossici?
In questa macchina del tempo ci accompagna il Direttore del Museo universitario, l'antropologo Luigi Capasso, che nelle pagine del libro “L' antropologo. Storie di scheletri e di mummie” - ricordando alcuni suoi incarichi di lavoro - ce li narra come se fossero avventure non solo scientifiche, ma anche emotive, scoperte del cuore oltre che della mente.
Succede attraverso il mestiere dell'antropologo. È lui che ci porta quasi a contatto con i nostri antenati, ma con discrezione, restando in disparte rispetto alla scena, come una voce narrante fuori campo. I resti degli uomini che vissero prima di noi diventano così finestre sul passato: ci fanno scoprire vita ed abitudini, normalità e segreti di gente che non c'è più e che non può più parlare con la propria voce.
Di seguito il link dell’articolo “Luigi Capasso: "Io antropologo, vi racconto le storie dietro scheletri e mummie" pubblicato da “la Repubblica”.