Pesci fossili dal Brasile

La mostra "Pesci fossili dal Brasile" si concretizza in un'esposizione di reperti provenienti dai siti paleontologici del Cearà.
Furono i naturalisti austriaci Johann Baptist von Spix e Carl Friedrich Philipp che scoprirono l'esistenza di un enorme giacimento di pesci fossili nel bacino di Araripe durante una spedizione scientifica nella regione del Cearà, nel Brasile Nord-Orientale, fra il 1817 ed il 1820.
La scoperta, resa pubblica solo nel 1828 e poi illustrata con una monografia nel 1831, era davvero straordinaria. Su una grande estensione di superficie affiorava nella piana di Araripe una curiosa roccia risalente al Cretaceo inferiore e depositatasi in fondo ad un mare aperto e popolato di pesci di ogni genere. La roccia sedimentaria originaria, riportata in superficie da movimenti tettonici, era stata soggetta ad una erosione e ad un disfacimento quasi totale, tanto che la matrice rocciosa era ormai polverizzata; residuavano solo dei noduli calcarei, più duri, compatti e tenaci rispetto alla roccia di contesto (andata perduta), i quali immancabilmente conservavano al loro interno i corpi di pesci perfettamente fossilizzati. In altre parole, i noduli calcarei che affiorano sul terreno in molte località della piana di Araripe, non sono altro che il residuo di un sedimento marino conservatosi solo nelle immediate vicinanze dei fossili; anzi, sembra che le sostanze organiche sprigionate dai pesci morti abbiano consolidato per sempre il sedimento marino attorno ad essi. A questa formazione del tutto particolare, unica al mondo, i geologi hanno dato il nome di Formazione di Santana.

I pesci fossili di Araripe del Cearà, per la grandissima facilità di raccolta e per la spettacolarità della loro conservazione, sono fra i fossili più conosciuti al mondo e sono ricercatissimi sia dagli scienziati sia da curiosi e collezionisti. Essi hanno rappresentato per quasi due secoli addirittura una importante risorsa economica per le popolazioni locali che dalla facile raccolta realizzavano ingenti guadagni a fronte di una richiesta di mercato a tutt'oggi consistente.
I fossili del Cearà risalgano al Cretaceo inferiore e sono datati a circa 110 milioni di anni fa. Si tratta quasi esclusivamente di pesci, anche se nel corso dei secoli sono stati trovati anche rari resti di rettili, come frammenti di tartarughe ed ossa di dinosauri, sia terrestri sia volanti.
I pesci fossili del Cearà dimostrano che l'antico mare cretaceo di Araripe era un mare aperto, alquanto profondo, ricco di specie di acque libere, con poche specie di fondo (come sono, ad esempio, le razze).

Si tratta di fossili eccezionali che, quando i noduli sono duri e tenaci (come accade nella località detta Vecchia Missione), non riescono ad essere aperti perfettamente e restituiscono quindi straordinari fossili tridimensionali; quando i noduli, al contrario, sono costituiti da calcare più tenero (come accade nella località detta Villa Bom Jardin), allora essi possono essere aperti perfettamente a metà restituendo pesci fossili in impronta e contro-impronta, assolutamente straordinari nel loro aspetto anche estetico, materializzando - per così dire - l'idea stessa di pesce pietrificato.
La conservazione è eccezionalmente buona; infatti, non solo è conservato il rivestimento esterno, con scaglie perfettamente embricate, ma anche lo scheletro è ben conservato e - fatto quasi unico al mondo - si sono fossilizzati anche gli organi molli interni dei pesci, come i muscoli, lo stomaco e l'intestino con il loro contenuto, fino alle fibre elastiche.

Genere: Mostra paleontologica
Data inizio mostra: 10/07/2011
Data fine mostra: 31/12/2011
Curatori: Museo Universitario